Personaggi

Antonio Alberti
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Detto il "BARBALONGA" visse, pare, tra il 1600 e il 1649.
Il Pascoli, che è il più autorevole dei suoi biografi, parla di un lungo soggiorno del l'artista a Roma ove si sarebbe fermato sotto la guida del Domenichino e ove avrebbe svolto la sua prima attività.
Nel Museo Nazionale di Messina, si conservano vari quadri del Barbalonga, quali: "Il ritratto dello zio" (padre Alberti), giustamente considerato come il capolavoro dell'artista, (ritratto nella Chiesa di San Filippo Neri).
Altre opere sono: "La Santa Cecilia" (Museo Nazionale di Palermo), "La S. Agata" (Museo EI Prado di Madrid). Lavorò anche a Roma. L'accademismo è il limite del Barbalonga ma, attraverso la compassata freddezza della "maniera", l'artista riesce a comunicare alle sue opere un accento commosso di pacata intimità, che ne costituisce un'alta giustificazione poetica.
