
La ricostruzione
«I popoli forti, anziché lasciarsi abbattere dalle sventure, devono con ogni energia, proporsi di ripararvi efficacemente ed immediatamente. Messina e Reggio dovranno risorgere. È un impegno solenne che oggi assumono Governo e Parlamento. Ma prima che questo possa avvenire, è urgenza assoluta provvedere alle persone colpite, ricostituendo in quelle due province la vita civile, ora purtroppo distrutta»
l'on. Giolitti L'8 gennaio del 1909 seduta straordinaria della Camera
Il Governo presentava un disegno di legge in favore dei danneggiati dal terremoto, che stabiliva :
- 30 milioni per la ricostruzione degli edifici pubblici
- raddoppiava la tassa di bollo sui biglietti ferroviari e di navigazione
- aumentava di un ventesimo le tasse sugli affari e le imposte sui terreni, sui fabbricati e sui redditi di ricchezza mobile.
- prevedeva stanziamenti per i terremotati
- una serie di misure per proteggere l'industria solfifera.
Il disegno fu approvato con 406 voti contro 5, il giorno dopo,. Il Senato lo approvò qualche giorno dopo.
I sovrani giunsero e «trovarono una città devastata dal sisma, saccheggiata dagli uomini, isolata dal resto del mondo».
Vittorio Emanuele dispose immediatamente lo stato d'assedio che durò fino al 14 febbraio.
A dirigere le province fu mandato come commissario straordinario il generale Mazza.
